Come investire in modo consapevole anche in contesti di volatilità

La congiuntura economica mette in discussione la decisione di lasciare il denaro fermo sui conti correnti.
Un rischio da valutare ma anche un’opportunità da sfruttare attraverso le gestioni patrimoniali

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Gli italiani sono un popolo di risparmiatori. Una qualità che si è confermata anche nell’ultimo periodo caratterizzato dalle particolari condizioni imposte dalla pandemia. Lo ha ribadito la Consob nel “Rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie italiane”, secondo il quale nel 2021 “il tasso di risparmio resta a livelli superiori a quelli pre-crisi, sia nell’area Euro sia in Italia”. Una virtù che è però ora messa in discussione da una congiuntura economica che minaccia di erodere il denaro lasciato semplicemente fermo sui conti correnti. Un rischio che può trasformarsi anche in un’opportunità, da sfruttare con una nuova apertura verso gli investimenti, a partire dagli strumenti più equilibrati ed efficienti.

 

 

 

 

A minacciare i risparmi sono innanzitutto i tassi d’interesse bassi (talvolta anche negativi sulla liquidità), combinati all’inflazione in aumento. Quest’ultima, secondo l’Istat, a gennaio 2022 è cresciuta dell’1,6% su base mensile, portando così il dato annuale al 4,8%, un livello che non si registrava dal 1996. Colpa in particolare del rincaro delle bollette di luce e gas e dei carburanti. I governi e le banche centrali stanno predisponendo contromisure, ma permane la possibilità concreta che il 2022 sia un anno molto “volatile” e non favorevole ai soldi non reimpiegati nell’economia reale. Una situazione della quale gli italiani sembrano essersi resi conto, manifestando una crescente predisposizione per l’investimento. Sempre secondo l’ultimo rapporto Consob, infatti, la partecipazione ai mercati finanziari si conferma in aumento negli ultimi anni, coinvolgendo il 34% del campione. Tutto questo affidandosi alla consulenza di un professionista del settore: nel 2021 il 28% delle famiglie ha preferito i consigli di un professionista rispetto al fai da te: una crescita dell’11% rispetto al 2019.

 

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